Filippo Broglia, a poco più di 20 anni, ha assunto la guida dell’azienda di famiglia. Dal 1929 la famiglia Broglia coltiva riso nel cuore della Lomellina, e da qualche anno lo vende non più solo alle riserie, ma anche a ristoranti, hotel, piccole botteghe e scuole di cucina.

L’impresa è iscritta all’Albo dei Moltiplicatori di Semente, si occupa dunque anche della produzione di semente, che vende ad altre riserie e utilizza per produrre il proprio riso, presidiando così l’intera filiera produttiva, che termina con il confezionamento del prodotto. Il riso viene confezionato in atmosfera protettiva e non sottovuoto in sacchetti di plastica biocompostabile, perché questo procedimento permette al riso di mantenere intatte tutte le proprietà organolettiche anche a distanza di tempo.

Carnaroli Classico Superfino, Luna, Selenio, Cammeo

carnaroli

Chicco grosso, allungato e di colore perlato

Tiene bene la cottura e difficilmente si scuoce, perfetto anche per i cuochi meno esperti. Il sapore è lievemente dolce, cosa che gli permette di sposarsi con sapori più forti e con qualsiasi tipo di condimento.

Il riso Carnaroli si presta benissimo per essere utilizzato in diverse preparazioni ed è perfetto per i risotti e gli sformati di riso. Perfetto per piatti a base di pesce, ma anche per dei risotti cremosi, con verdure e formaggi.

Sostenibilità e innovazione sono i due capisaldi dell’Azienda Agricola Broglia Luigi, che vanno di pari passo con l’alta qualitàdel prodotto, il Riso Guido Broglia, 100% Classico Carnaroli Superfino.

L’azienda si impegna impattare il meno possibile sull’ambiente sin dalla concimazione, grazie all’utilizzo della zeolite, minerale che permette di ridurre la quantità di concime, fertilizzanti e acqua, in quanto immagazzina energia e la rilascia quando necessario, assorbendo i metalli pesanti dannosi.

Tutti i macchinari impiegati nei campi e per la produzione sono di ultima generazione e dunque molto precisi, il che garantisce l’ottimizzazione delle risorse naturali. Il riso viene infine lavorato da riserie che utilizzano le tradizionali sbiancatrici Amburgo a pietra, che rilasciano un chicco più rustico, ma che in fase di cottura consente di ottenere una tostatura e una cremosità migliori, evitando che il riso scuocia.